9 – Le sacrestie
LE SACRESTIE
Il corridoio del Crocifisso dà accesso alla cosiddetta Sacrestia maggiore, la più ampia, ancora oggi il luogo ove i preti celebranti indossano i paramenti prima della Messa. Il rivestimento ligneo è intagliato secondo il raffinato stile rocaille piemontese, tipico della prima metà del Settecento, mentre i due grandi armadi sono del XVII secolo. La volta è stata affrescata da Michele Antonio Milocco (1697-1772). Dipinti dei pittori Guala, Cervetti e Tana adornano la sala con scene dalla vita di San Bernardo, figura eminente dei Religiosi Cistercensi.
Proseguendo in direzione del chiostro, si entra in uno dei vani delle sacrestie minori. Il dipinto sopra l’armadio raffigurante Il Padre eterno è del famoso pittore manierista Guglielmo Caccia, detto “Moncalvo” (1568-1625), originario del Monferrato. In questo luogo, forse, da solo, vestiva i paramenti l’Abate o l’Arcivescovo, quando veniva a celebrare in Santuario.
Il terzo vano, altra sacrestia minore, prende il nome dall’affresco al centro del soffitto, dedicato a san Giuseppe Cafasso. Questo affresco fu dipinto dopo i danni causati dal bombardamento del 1943. Anticamente era detta la sacrestia del “lavamani”, per via dello splendido lavabo in marmo policromo del XVIII secolo. Notevole è l’altorilievo intarsiato di legno, probabilmente di scuola fiamminga di fine XV secolo, che rappresenta in basso l’Albero di Jesse, la genealogia di Gesù dal padre del re Davide fino a Maria e, in alto, l’Adorazione dei Sapienti (magi) venuti dall’Oriente. Entrambe le opere vogliono sottolineare la centralità e l’importanza della nascita di Gesù per la storia e la geografia del mondo. Parte del soffitto, conserva gli affreschi originali, seppur molto ridipinti, con putti e cherubini, opera di Giovanni Battista Crosato (1684-1756).
Da qui si può uscire nel chiostro.