Architettura
Il Santuario della Consolata sorge sul luogo in cui anticamente era situata la chiesa di Sant’Andrea.
Questa antica chiesa venne ricostruita tra il X e l’XI secolo, per ordine di Gezone, abate di Breme, che affidò il compito al monaco Bruningo.
Questa notizia è fornita dalla Cronaca della Novalesa, fonte importantissima che ci informa dello spostamento dei monaci benedettini dall’abbazia della Novalesa in val di Susa al monastero annesso alla chiesa di Sant’Andrea di Torino.Di questa antica fondazione è ancora oggi visibile il campanile in stile romanico, ascrivibile al XII secolo.
Attraverso alcune storiche piante della città di Torino è possibile ricostruire la planimetria della chiesa e il suo orientamento all’interno del tessuto urbano, ed è quindi possibile immaginarne l’aspetto complessivo.
Come si osserva nelle piante l’orientamento della chiesa era spostato di 90° rispetto a quello di oggi.
Si entrava dalla navata laterale, lato meridionale, poiché la facciata principale era troppo a ridosso delle mura cittadine.
La chiesa era a tre navate e al di sotto del presbiterio, che ospitava l’altare maggiore dedicato al santo titolare della chiesa, era ubicata la cripta sotterranea, corrispondente all’attuale Cappella delle Grazie, che è oggi visibile dal piano superiore grazie alle modifiche attuate durante i lavori di ampliamento del 1899-1904.Di questo antica abside nulla rimane alla vista, poiché è completamente inglobata nella struttura della nuova chiesa e del convento-convitto.
La chiesa che appare oggi ai nostri occhi è il risultato di tre grandi fasi di ricostruzione e ampliamento succedutesi in un arco di tempo che va dall’ultimo quarto del Seicento fino agli inizi del XX secolo.
I FASE: 1678-1704
Su progetto di Guarino Guarini la chiesa a tre navi si trasforma radicalmente. Il grande architetto crea così un’ampia aula ovale di accesso, che ricopre lo spazio dell’antica chiesa (orientata sempre con l’altare maggiore a est), cui verso nord aggiunge un ambiente a pianta esagonale che amplia il sito dell’antica cappella della Consolata e che costituisce il Santuario vero e proprio.
In questo modo dà un peso fondamentale nella struttura architettonica alla cappella dedicata alla Consolata che si trova in asse con l’ingresso laterale (lato sud). L’esecuzione dei lavori venne affidata all’ing. Antonio Bertola.
II Fase: 1729-1740
Una seconda fase di ampliamento e trasformazione fu eseguita su progetto di Filippo Juvarra tra il 1729 e il 1740 e coinvolse la zona del nuovo presbiterio, dove si custodiva l’immagine della Consolata. Juvarra progettò l’altare maggiore, quello che vediamo ancora oggi, e lo collocò nella nicchia creata dallo sfondamento verso nord dell’esagono guariniano.
Il nuovo ambiente venne coperto da una cupola, coronato dall’elemento architettonico della lanterna che favorì una maggiore illuminazione di tutto lo spazio e consentì ai fedeli una visione migliore della sacra immagine della Madonna col Bambino.
Questa la configurazione della nuova chiesa all’interno del tessuto urbano della città alla fine del Settecento.
III FASE: 1899-1904
L’ultima grande fase di ampliamento del Santuario della Consolata è ascrivibile agli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento e venne affidata all’architetto Carlo Ceppi, cui subentrò quasi subito l’ingegnere Antonio Vandone di Cortemiglia.
Il Ceppi disegnò il progetto che prevedeva la costruzione di quattro cappelle ovali attorno all’esagono guariniano e di due coretti a lato del presbiterio della cappella della Consolata. In questo modo venne ulteriormente ampliata la zona del santuario e modificato sensibilmente l’aspetto dell’area circostante l’esagono.
L’ingresso da occidente che immetteva nell’aula di Sant’Andrea venne chiuso privilegiando così l’asse che dall’ingresso sud conduceva direttamente all’altare con l’immagine della Consolata.
Da via della Consolata venne aperto un altro ingresso che dava accesso direttamente alla zona del santuario.
I lavori vennero seguiti e portati a termine dall’ing. Vandone che curò inoltre la progettazione e l’esecuzione dei nuovi altari per le nuove cappelle e la loro decorazione, dei rivestimenti marmorei di tutte le superfici, di tutto ciò che coinvolse la Cappella sotterranea delle Grazie, sia per l’apparato ornamentale che per l’apertura dello loggiato dal quale ancora oggi possiamo ammirarla.